Quello di papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ non è un allarme, ma un accorato invito a riconsiderare i fondamenti del modello di economia di mercato oggi in auge. È dunque un invito a uscire dalla “notte del pensiero” nella quale l’attuale passaggio d’epoca ci forza a rimanere.
La diseguaglianza segna in maniera profonda tutte le società del pianeta, che nei vari contesti e territori devono trovare le basi per la propria stessa sopravvivenza, e di quella delle generazioni future. I problemi devono essere affrontati come parte di un solo sistema interconnesso, in cui ogni malfunzionamento si ripercuote in maniera diretta soprattutto sui più poveri e i più vulnerabili. “Data l’ampiezza dei cambiamenti, non è più possibile trovare una risposta specifica e indipendente per ogni singola parte del problema. È fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura” (Laudato Sì, 139).
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La povertà è un furto